Lasciandosi alle spalle Piazza Busacca si può procedere verso la Cava di Santa Maria la Nova. Anticamente caratterizzata dal torrente, che oggi scorre sotto il piano stradale, è un’importante quartiere della città.
Sulla nostra strada incontreremo la chiesa della Consolazione, potremo vedere in alto il convento del Rosario e la chiesa di San Matteo, fino ad arrivare alla chiesa di Santa Maria la Nova posta proprio all’imbocco dell’antica cava. Alle spalle di questa si estende la caratteristica cavuzza di San Guglielmo con l’omonimo eremo. Questo piccolo quartiere è un gioiello: con le sue piccole case arroccate al costone sembra un presepe.
Chiesa della Consolazione
La chiesa di Santa Maria della Consolazione è annunciata da una scalinata che termina su un grande sagrato coperto di dorate basole. Ha una facciata piana a due ordini che riporta la scritta Patrona Civitatis (patrona della città), privilegio che il Re di Spagna Filippo IV gli concesse nel 1645 e che testimonia quanto fosse forte la devozione popolare per Maria della Consolazione.
Le cronache storiche ci raccontano che nel ‘400 nello stesso luogo era presente un tempio dedicato a San Tommaso Apostolo. La chiesta fu riedificata tra il ‘600 e il ‘700. Il singolare portale laterale richiama scene di vita e del martirio di San Tommaso Apostolo e testimonia la presenza di un tempio cristiano già prima del terremoto del 1693.
L’interno è a tre navate con dorature e stucchi di colore verde e rosa pastello. Il pavimento in pietra locale bianca e pietra pece nera riporta motivi geometrici e floreali. Sopra l’altare maggiore si può ammirare una tela che raffigura Cristo con le anime del purgatorio. Curioso e interessante è il campanile: decorato con maioliche colorate è isolato dal prospetto, un caso unico per le architetture ecclesiastiche di Scicli.
Chiesa di Santa Maria La Nova
Superando la chiesa della Consolazione, al termine di una salita troviamo la chiesa di Santa Maria La Nova che dà il nome al quartiere. Fondata con il nome di Santa Maria La Nova della Pietà, la chiesa di Santa Maria La Nova è l’ultima architettura ecclesiastica ad essere stata completata.
L’attuale struttura della chiesa è il risultato di numerosi rifacimenti e ricostruzioni che hanno attraversato tre secoli fino all’apertura al culto nel 1857. Le sorti della chiesa sono legate al testamento e all’eredità del più noto benefattore e sciclitano, Pietro Di Lorenzo Busacca, che col il testamento del 1567, nominò erede del suo enorme patrimonio la Confraternita della Chiesa denominata allora Santa Maria della Pietà.
La maestosa struttura ne fa la chiesa più monumentale di Scicli mentre le forme geometriche del prospetto, della navata maggiore e delle cappelle laterali sanciscono il passaggio dalla cultura architettonica tardo barocca a quella neoclassica. L’imponente prospetto è articolato su tre ordini a loro volta divisi da lesene che terminano con capitelli ionici. Il terzo ordine è concluso dalla torre campanaria decorata con ghirlande e da una balaustra.
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L’interno è diviso in tre navate, quella centrale è la più ampia mentre quelle laterali sono caratterizzate da tre cappelle concluse da cupole emisferiche. Questa chiesa custodisce statue, pitture e reliquie di grande interesse e pregio. Tra tutte citiamo la statua lignea del Cristo Risorto, popolarmente chiamato Uomu Vivu o ‘U Gioia. Questa statua viene portata in processione il giorno di Pasqua da una folla urlante e festosa che rendono la processione la più partecipata della città.
Nella parte posteriore, sul fianco sinistro, alla chiesa è annesso l’eremo di San Guglielmo con il giardino in cui è presente il tronco del cipresso che secondo tradizione sarebbe stato piantato dal Santo. Tutto intorno il suggestivo quartiere “ra cavuzza”, una perla da non perdere!
Chiesa e Convento del Rosario
Inerpicandosi per le vie alla sinistra della chiesa che si arrampicano sul colle, tra scalinate e ripide salite si arriva alla Chiesa e Convento del Rosario. Costruiti sulla sommità del Monte Campagna, la chiesa inizialmente era dedicata alla Madonna di Monserrato che dai documenti ritrovati si può datare intorno al 1516.
Il convento Dominicano è invece databile intorno al 1567, ma meno di cento anni dopo, nel 1652, fu soppresso da Papa Innocenzo perché non aveva i mezzi per il mantenimento dei monaci. Grazie alle numerose donazioni di terre fatte da famiglie sciclitane, il convento riuscì a riprendere l’attività poco dopo. Fu sede di scuole di teologia e filosofia che formò sacerdoti di grande intelletto e cultori di lettere.
Il terremoto del 1693 distrusse solamente il cappellone della chiesa che fu ricostruito. Nei secoli successivi sia la chiesa che il convento subirono diverse modifiche. Il portale della chiesa, caratterizzato da quattro lesene che affiancano il portale centrale, presenta un timpano triangolare sovrastato da un finestrone con arco ribassato. Conclude il prospetto un frontone triangolare decorato da piramidi e da una forma a bulbo dal gusto neoclassico.
La chiesa custodisce una statua della Vergine Maria che avrebbe compiuto numerose guarigioni. Si narra anche di un’ampolla d’olio rinvenuta nel 1600 che conteneva un’inesauribile liquido dalle prodigiose qualità curative.