La Madonna delle Milizie di Scicli è una Madonna guerriera, un’eroina che sembra essere venuta fuori da un racconto epico-cavalleresco del Cinquecento
Non capita tutti i giorni di trovarsi difronte la statua di una Madonna a cavallo, se poi la Madonna in questione è una guerriera con tanto di spada, si capisce come la Madonna delle Milizie di Scicli sia un’iconografia rara e interessantissima.
La Festa della Madonna delle Milizie si tiene l’ultimo sabato di maggio.
Mito, leggenda e tradizione locale hanno costruito, secolo dopo secolo, la storia della Madonna intervenuta per salvare i Cristiani impegnati in battaglia contro gli invasori “turchi” sbarcati sulla costa di Donnalucata, borgo marinaro di Scicli. La battaglia si inserisce nella grande lotta tra la civiltà araba e quella cristiana che intorno all’anno Mille riconquistò l’isola.
La “Maronna re Mulici” viene celebrata con una grande e spettacolare festa. La rappresentazione in costume è stata raccontata anche dallo scrittore Elio Vittorini in Il garofano rosso, ed è stata inserita nel registro delle Eredità Immateriali tutelate dall’Unesco.
La Festa della Madonna delle Milizie di Scicli
Anno dopo anno i cittadini di Scicli, mettono in scena il tentativo di invasione turca e la risposta dei Normanni che nel momento in cui stanno per soccombere vengono salvati dalla Madonna che impugna una spada. In piazza Italia viene allestito un palco con un grande castello medievale a fare da scenografia, qui attori locali, insieme ad attori noti, raccontano le gesta della Madonna davanti ad una grande folla che attende l’urlo: W Scicli, W Maria!
Intorno alle 19 il suono dei tamburi annuncia l’inizio della rappresentazione che culmina con la battaglia e l’intervento della Madonna delle Milizie che entra in scena. I fuochi d’artificio scandiscono le ultime fasi del combattimento e la vittoria dei Cristiani mentre i turchi scappano sulla loro nave. Il canto dell’angelo chiude lo spettacolo e da via all’inizio della processione.
Maria S.S. delle Milizie, un documentario di Alessia Scarso (2013).
Madonna delle Milizie, la storia
Secondo un’antica e diffusa leggenda, nel 1091, quindici giorni prima di Pasqua, sulle coste di Donnalucata si sarebbe combattuta una sanguinosa battaglia tra l’esercito Normanno di Ruggero D’Altavilla e gli invasori arabi guidati dall’Emiro Belcàne. Il conflitto si risolse in favore dei Cristiani grazie al miracoloso intervento della Madonna che avrebbe scacciato i turchi.
Di questa leggendaria battaglia non si trovano riferimenti nei documenti del tempo, nemmeno Belcàne è stato mai identificato con precisione. Con molta probabilità l’episodio è stato ispirato da una delle tante azioni piratesche che nel Cinquecento affliggevano le coste sud della Sicilia.
Il racconto dell’aggressione col tempo si è trasformata in leggenda, poi in tradizione e infine in profonda devozione. Nella popolazione si è radicato un forte culto per la Madonna guerriera che ancora oggi viene festeggiata con una rievocazione del fatto d’armi.
L’origine delle Festa delle Milizie
La Festa della Madonna delle Milizie con la battaglia risale all’Ottocento, la processione della statua è invece precedente. Con il passare del tempo il popolo fa sua la festa mettendo in scena il fatto d’armi in modo spontaneo, i cittadini si improvvisavano attori lasciandosi andare anche satira politica e sociale.
Col passare del tempo la rappresentazione in costume subisce modifiche e innovazioni fino agli anni ’30 quando Giuseppe Pacetto Vanasia elaborò il copione che ancora oggi viene usato.
Il nome: Madonna re Mulici
La Madonna delle Milizie è la patrona di Scicli, insieme a San Guglielmo. La sua statua è custodita nella chiesa Madre dove può essere ammirata tutto l’anno. Il suo nome non deriva dal carattere guerriero ma il luogo dove si sarebbe combattuta la battaglia, in contrada Mulici che venne italianizzato in Milizie. Là dove sarebbe avvenuto il miracolo sorge il Santuario della Madonna delle Milizie.
Le Teste di turco
La vicende che vedono la Madonna guerriera protagonista hanno ispirato anche la cucina locale. La Testa di turco è il dolce tipico della festa, il nome deriva dalla sua caratteristica forma che ricorda il turbante arabo. Questa delizia somiglia ad un grosso bigné, solitamente è farcito con ricotta, crema bianca o cioccolato. Secondo la tradizione ad inventare il dolce furono proprio gli arabi, si tratta quindi di un dolce dei vinti e non dei vincitori.
Scopri la storia delle Teste di Turco e la sagra
Foto della rappresentazione è di Think holidays.