Modica è «un paese in figura di melagrana spaccata; vicino al mare ma campagnolo; metà ristretto su uno sprone di roccia, metà sparpagliato ai suoi piedi; con tante scale fra le due metà, a far da pacieri, e nuvole in cielo da un campanile all’altro». Così Gesualdo Bufalino descriveva Modica in Argo il cieco ricordando un’estate felice passata nella città della Contea.
Ercole: un mito sull’altopiano degli iblei
La città si estende sulla parte meridionale dei Monti Iblei, quindici chilometri più a sud di Ragusa. La città è distesa su un ampio altopiano e si aggrappa alle pareti rocciose delle cave che lo attraversano. Secondo un’antica legenda Modica sarebbe stata fondata da Ercole (Eracle per la mitologia greca). Nella decima fatica, Ercole, riesce a catturare i buoi rossi del gigante Gerione. Dopo il trionfo in Spagna, l’eroe si dirige in Italia ma i buoi che porta con sé come trofeo gli vengono rubati in Sicilia. Ad indicargli i luoghi dove erano state nascoste le bestie fu Motia, una bella donna greca. Per gratitudine Ercole fondò tre città nei luoghi in cui ritrovò i buoi e le dedicò alla donna; nacquero così Mozia vicino Marsala, Mozia nei pressi di Agrigento e la Mozia mediterranea: Modica.
Dalla Motya preistorica a capitale della Contea
Il fascino del mito non deve farci dimenticare però che la presenza dell’uomo nel territorio di Modica è precedente ai Greci e ai Romani e quindi ai loro relativi miti. Se mai Ercole avesse fondato la città avrebbe sicuramente trovato un insediamento abitativo risalente alla preistoria siciliana. La presenza di un ripostiglio di bronzi contenente spade, lance e altri oggetti ritrovati lungo la fiumara, nei pressi dell’attuale stazione ferroviaria, testimonia la presenza di popolazioni indigene a partire dall’età del bronzo.
I documenti ci raccontano della presenza di una città, Motyca, sin dal III secolo a.C., la popolazione inizialmente indipendente da Roma finirà sotto il dominio dell’Impero due secoli dopo per poi essere conquistata dagli Arabi nel IX secolo d.C. Riconquistata dai Normanni nell’anno Mille divenne capitale della Contea nel 1296, i suoi signori, Chiaramonte, Cabrera e Henriquez-Cabrera, appartenevano alle famiglie più influenti dell’isola.
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Contea di Modica e il terremoto del 1693
La Contea di Modica fu uno degli stati feudali più importanti del Mezzogiorno; Il suo territorio comprendeva tutti i comuni che oggi fanno parte della provincia di Ragusa più le baronie di Alcamo e Calatafimi in provincia di Trapani e altre città sparse per l’isola. Quando all’inizio dell’Ottocento venne abolita la feudalità Modica perse via via il suo poter fino a cedere il passo a Ragusa che nel 1927 venne elevata a provincia.
Come le altre città del sud est siciliano fu distrutta dal terremoto del 1693 ma risorse secondo l’estetica barocca. Modica Alta, inizialmente adagiata in alto sull’altopiano della Pianta, si distese verso il fondo valle dove si sviluppò Modica Bassa; il nuovo quartiere si affacciava sulle sponde di due fiumi: Pozzo dei Pruni e Janni Mauro. I due corsi d’acqua, all’altezza della Torre dell’Orologio, si univano in un unico torrente oggi coperto: il Moticano. Dal fondo valle la città si arrampica sulle colline che l’abbracciano. Lo straordinario assetto urbanistico di fine Ottocento, con 17 ponti che solcavano fiumi e torrenti, la rendevano una città tanto affascinante da essere definita nella prima edizione dell’Enciclopedia Treccani la città più singolare d’Italia dopo Venezia.
In seguito alla grande alluvione del 1902, il Moticano venne coperto per evitare nuove esondazioni, la città perse i suoi fascinosi ponti e i suoi mulini ma acquistò una nuova importante arteria. Nacque così il Corso Umberto I, attorno al quale si sviluppò il quartiere più importante della città. Il disegno del centro storico rimane comunque incantevole: case, palazzi barocchi e grandiose chiese si rincorrono sui fianchi delle colline.
Modica oggi: incantevole città barocca
I tanti punti panoramici permettono di osservare tutti i suoi suggestivi quartieri: gli stretti vicoli e le ripide scalinate si aprono davanti a stupendi monumenti. Nel 2002, insieme ad altre sette città del Val di Noto, è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.
A venti chilometri dal centro urbano troviamo Marina di Modica e Maganuco. La prima è una frazione balneare molto frequentata in estate, la seconda, meno battuta, è la meta preferita di chi ama le spiagge incontaminate. Modica è famosa anche per la produzione di cioccolato. Lavorata a freddo il cioccolato modicano è un dolce tipico della città che ha ereditato questa tradizione dai dominatori spagnoli nel Cinquecento. Inizialmente tramandato come dolce tipico delle famiglie nobili è diventato di uso comune negli ultimi anni e prodotto ricercato in tutto il mondo.