«Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla […] Ci vuole una certa qualità d’animo, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo nero che spia». Gesualdo Bufalino in la La luce e il lutto descrive Ragusa con una penna lieve consigliando di «perdersi a zonzo» per la città vecchia.
Ragusa è capoluogo dell’omonima provincia, il più a sud d’Italia. La città si estende sui Monti Iblei, una catena collinare che caratterizza tutto il territorio.
Il quartiere più antico, e nucleo originario, è Ibla (o Ragusa Inferiore) mentre Ragusa Superiore è la parte più recente della città costruita in seguito al terremoto del 1693. Dista circa 20 km dal mare, del suo territorio fa parte Marina di Ragusa un borgo di pescatori diventato oggi un’apprezzata località balneare.
Epoca normanna
Con la riconquista Normanna della Sicilia, Ragusa diventa contea e Ruggero d’Altavilla la concede al figlio tenendo per sé Modica, Scicli, Ispica e Giarratana. Poco più di cento anni dopo l’isola vive un altra conquista, questa volta passa sotto il dominio Angioino da cui i siciliani si ribelleranno con i famosi Vespri Siciliani. Anche Ragusa insorse e nel 1282 si liberò dal presidio francese. I nobili siciliani offrirono la corona dell’isola agli Aragonesi, Ragusa tornò così contea prima sotto la famiglia Chiaramonte e poi sotto i Cabrera.
A quest’ultimi i ragusani si ribellarono nel 1448 finendo così sotto la Contea di Modica che da quel momento diventò la città più importante di un vasto territorio assimilabile all’attuale provincia di Ragusa. Nel periodo aragonese furono istituite le concessioni enfiteutiche, una sorta di affitto perenne, che permise ai contadini di diventare proprietari delle terre, che cambiò radicalmente l’economia locale. Scardinato il sistema feudale nacque una potente classe borghese di imprenditori agricoli, i massari. Il paesaggio cambia, le masserie con i loro tipici muri a secco segneranno il territorio ibleo caratterizzandolo con un reticolo di muri che recinteranno le chiuse e le ville di campagna.
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Il terribile terremoto del 1693 e le due Ragusa
Il terremoto del 1693 distruggerà anche Ragusa causando circa cinquemila morti, più della metà della popolazione totale. La ricostruzione acuì il conflitto tra la vecchia nobiltà feudale, fortemente interessata a ricostruire la città sul vecchio impianto medievale di Ibla, e la nuova nobiltà agricola alla ricerca di nuovi spazi. Quest’ultima promosse la ricostruzione sulla collina del Parto rifacendosi ai nuovi canoni dell’urbanistica barocca.
Ibla, invece, viene ricostruita con grande lentezza attorno a piazza Duomo solo dopo il 1730. I contrasti tra le due Ragusa diventano sempre più frequenti tanto da decidere, nel 1865, di creare due comuni autonomi: Ragusa Superiore e Inferiore. Le due Ragusa verranno riunite solo nel 1926 in vista della costituzione della provincia di Ragusa che avverrà l’anno seguente.
Oggi è la settima città siciliana per popolazione e insieme territorio provinciale è una delle aree più ricche della Sicilia. Grazie alle numerose testimonianze barocche che impreziosiscono il suo centro storico i suoi monumenti sono stati dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 2002.